“L’Hotel del libero scambio”

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TEATROVID-19 Il teatro ai tempi del Corona
(finalmente senza mascherine, ma i contagi aumentano…)

Teatro 7 off
di George Feydeau
regia Marco Zadra

con: Christian Galizia, Agnese Piccolomini, Francesco Stella, Alessia Palma (sostituita da Elisa Pizzichini), Francesco Raineri, Francesca Pausilli, Marco Spampy, Silvia De Vittorio, Antonio Stregapede, Josè de La Paz, Giulia Zadra, Marco Zadra.

Rappresentata per la prima volta nel 1894, questa commedia francese (L’ Hotel du libre èchange) si basa essenzialmente su un gradevole umorismo vecchio stampo, che nasce da equivoci e scambi di persona divertentissimi.
Siamo alla fine dell’Ottocento a Parigi e un esaltante Marco Zadra ha riadattato il testo, curato la regia e costruito l’intera scenografia, aiutato dalla moglie Francesca Misti. Lui, un vero professionista dell’espressività, presta la sua bravura ad un serioso, smemorato e divertente signor Piglet, che galantemente e un po’ maldestramente corteggia la signora Paillardin (Marcella). La donna, che sfoggia costumi elegantissimi, riempiti di grazia e fascino e arricchiti da un’ espressività sempre in bilico tra il serio e il faceto, è Agnese Piccolomini (che ha peraltro curato le coreografie).
Entrambi i personaggi sono sposati: lui ad una moglie sempre imbronciata, lei a un marito assente e poco affettuoso. Quando si viene a sapere della recente apertura di un particolare albergo dedicato alle passioni extraconiugali, i due decidono di darsi appuntamento lì; peccato che anche il marito della signora quella sera sarà lì per motivi di lavoro… Si tratta di uno stressatissimo e spassosissimo omino (Christian Galizia che ben dà l’idea dell’uomo super impegnato e disattento nei confronti della moglie) che sarà nell’albergo per un motivo particolare…

Grazie alla presenza di altri numerosi azzeccati personaggi, la commedia diviene un turbinio di intrecci paradossali e divertenti. Vittoria, l’esuberante cameriera di casa Piglet (Giulia Zadra) è perfetta nei panni e negli atteggiamenti di governante, svela la sua passione da assatanata per Massimo, un tenerissimo ed impacciatissimo secchione (Francesco Ranieri), sempre in fuga dalle attenzioni spasmodiche della bella cameriera che riuscirà a portarlo nell’albergo. È il nipote di un amico di famiglia, un esagerato balbuziente interpretato da Marco Spampy, bravissimo nel dar vita alle difficoltà di scilinguato del suo personaggio, che finisce per coinvolgere anche gli altri con dei lunghi ed infiniti tentativi di parlare. Sentendolo ho ripensato a Lino Banfi in “Vieni avanti cretino”, o al fantastico personaggio Sergio, inventato da Antonello Costa. Afflitto dal maltempo che evidentemente gli crea un blocco psicologico, quando piove inizia a balbettare. Gli altri, mentre cercano di aiutarlo a completare le frasi, fraintendono di continuo, rendendo il tutto magnificamente esilarante. L’amico dei coniugi Piglet ha una dispettosa ed irriverente figlia di nome Carolina (una fantastica Francesca Pausilli che sembra posseduta, presentandosi con una voce fanciullesca, stridente e fastidiosa che in certe situazioni, però, si trasforma in un vocione triviale di chiara provenienza capitolina. Dapprima la cosa lascia spiazzati, poi si attende con ansia ogni sua colorita e vernacolata uscita, anche loro si ritroveranno nell’hotel…
C’è poi un originale direttore dell’albergo, che visto il luogo in cui opera, è tutt’altro che discreto, impersonato da un grande, esuberante, poliedrico, istrionico e ginnico Francesco Stella. Con lui c’è un’onnipresente, deliziosa, servizievole cameriera (Silvia De Vittorio). Dai gentilissimi modi e dalle movenze ed espressioni dolcissime, appare frenetica, correndo a destra e a manca per rendersi utile (forse anche troppo) agli ospiti dell’albergo. Una riuscitissima, antipatica – simpatica moglie di Piglet (Elisa Pizzichini, che sostituisce mirabilmente una immagino altrettanto brava Alessia Palma), perfetta nella sua interpretazione. È in grado di divertire, manifestando perennemente il suo broncio e il cipiglio abbinati a movenze ed espressioni di perfetta nobildonna snob ed insofferente. Poi c’è José Della Paz (che ha anche curato la parte tecnica) nelle vesti di un insolito, buffo, rubicondo e piuttosto esotico ospite dell’albergo. Lui sembra piazzato nella storia a forza, esce fuori inaspettatamente dalla sua stanza solo per lamentarsi della confusione che fanno gli altri, e lo fa in maniera davvero divertente. Infine c’è il mitico Antonio Stregapede, che con la fisicità e la comicità d’altri tempi sembra uscito da uno dei film francesi di Louis de Funès e completa così il quadretto, vestendo i panni di un distratto e comicissimo commissario.

Tutti insieme, questi folli soggetti danno il via a una serie infinita di situazioni assurde. Con ritmi incalzanti, battute e gag, propongono una commedia brillante e divertente adatta a tutti i gusti.
Marco Zadra ha insaporito la commedia francese originale con altre trovate divertenti, aggiungendo diverse battute in romanesco che rendono ancora più irresistibili i dialoghi.

La scenografia è piuttosto suggestiva e coinvolgente, sembra racchiudere ed avvolgere la platea. Si ha l’impressione di esserne inghiottiti, di essere ospiti dell’albergo o del salotto di casa Piglet. I nostri, in questo suggestivo scenario, si muoveranno, spariranno e riappariranno a velocità funamboliche attraverso porte, finestre e armadi disposti sulla scena, con tanto di balconcino al piano superiore!
Sarebbe interessante mettere delle telecamere dietro le quinte per vedere cosa accade tra i numerosi cambi di costume e i passaggi veloci degli attori nel retroscena. Ne uscirebbe un altro spettacolo!
Inoltre sono proprio gli attori che trasformano la scenografia da salotto di una casa altolocata di Parigi albergo con tanto di hall e stanze. Accompagnati da luci soffuse e dall’immancabile charleston come colonna sonora, sono proprio gli attori che davanti ai nostri occhi, aggiungendo o togliendo pannelli e mobilia, creano la nuova scenografia, muovendosi con una sincronia perfetta.
Questo avviene anche durante la storia, quando i personaggi si alternano di continuo per dar vita ad una sequenza infinita di scene irresistibili.
I costumi sono bellissimi e riportano inequivocabilmente al periodo della commedia, quella della “Belle epoque”.

È impossibile soffermarsi a parlare di ognuno dei dodici attori più di come ho già fatto, anche se lo meriterebbero davvero tutti. La mia valutazione personale complessiva da spettatore è più che positiva: sono tutti bravissimi e sanno divertire ed intrattenere. Abbiamo riso e applaudito di continuo.

Marco Zadra rispolvera questo classico, che mi ha riportato alla mente commedie come “Che disastro di commedia” o “Rumori fuori scena”, gli dà poi un tocco di personalità e ne modernizza alcuni passaggi. Non c’è mai uno spazio vuoto, un buco. I nostri sono un cast numeroso, che si muove freneticamente come operose formiche. A volte richiamano alla mente le comiche di Stanlio e Ollio, con i loro inseguimenti improbabili intorno ai tavolini e le risse fatte a suon di cuscinate o le craniate rumorose sulle porte, tipiche di quelle pellicole in bianco e nero, che i nostri colorano con toni sgargianti e vivi.
Uno spettacolo adatto a tutti, sia a persone mature, che rivivranno i fasti di quei gloriosi film del passato, che per ai più giovani, che assaporano una comicità frizzante, genuina ed esuberante alla quale non sono abituati.

Una proposta “rischiosa”, come dicevo a Marco Zadra e al suo cast alla fine dello spettacolo, perché oggi è davvero difficile, se non impossibile, riproporre questo tipo di commedia in modo efficace. Eppure questo cast ha ricreato quella magia, riuscendo ad incollarci per tutto lo spettacolo alle poltrone.
I nostri hanno collezionato numerosi sold out; stasera sono “costretti” in un tour de force proponendo al Teatro 7 Off una doppia serata per accontentare tutto il loro pubblico. Si legge la passione e l’amore per il teatro negli occhi di questi pregevoli artisti!

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