Metti la mamma in quarantena

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TEATROVID-19 Il teatro ai tempi del Corona (verso la terza dose, mentre arriva la nuova variante).

Teatro Testaccio

“Metti la mamma in quarantena” di e con Shara Guandalini.

Shara ci racconta, nello spettacolo, i suoi sessanta giorni di lockdown con la sua magica ironia e simpatia; un’esperienza che abbiamo passato tutti ma che lei vede e racconta con un occhio di mamma, sì, ma soprattutto di artista.

Come ho già detto, mi piace il Teatro Testaccio così come tutti quei piccoli teatri dove si respira forte l’odore e si vive l’atmosfera dell’arte teatrale. Stasera ho trovato gli indaffarati Valter e Laura alle prese con il numeroso pubblico, tra biglietti e controllo dei green pass in un foyer già allegramente preparato per il Natale.

Shara ha già presentato qui con successo questo spettacolo qualche settimana addietro. Come da calendario, il Teatro Testaccio lo ripropone anche in questo fine settimana.

Shara è una simpatica artista che ho avuto modo di conoscere con il progetto inCORONAte comiche, un gruppo quasi esclusivamente di artiste che portano avanti i loro spettacoli coinvolgendo, grazie al linguaggio LIS, anche il pubblico di sordi. Apprezzabile, stimabile e comunque divertente proposta che vi invito a seguire, anche perché si esibiscono anche dei bravi e divertentissimi artisti sordi!

Ma torniamo a Shara, stasera ha la sala dello squisito Teatro Testaccio piena tutta per lei.

mamma in quarantenaEntra con la sua voce squillante e il suo viso che già attirano la simpatia del pubblico. La sua storia è quella dell’esercito di mamme stressate di cui lei si fa portavoce. Intrappolate dal lockdown con i figli impegnati nella didattica a distanza, che necessitano del loro aiuto.

Non possono più contare nemmeno sul sostegno dei nonni né sulle attività sportive pomeridiane che darebbero a queste eroine un po’ di respiro. Ma ora? Questo salvagente è naufragato. Dunque Shara ci ricorda di tutte quelle difficoltà nel gestire i rapporti familiari quando si è sigillati dentro le quattro mura casalinghe; dell’aumento del peso corporeo dovuto all’eccesso di sedentarietà, ma soprattutto dei troppi esperimenti culinari atti a impegnare e distrarre le famiglie.

Shara si racconta tralasciando, o solo sfiorando con eleganza, le parti più tristi; lei e il marito infatti sono artisti, dunque il lockdown non li ha certo favoriti con il lavoro. Nonostante la crisi non sia ancora passata, lei è ottimista ed incentra il suo monologo soprattutto sull’autoironia, toccando quelle situazioni in cui tutti ci siamo trovati e barcamenarci più o meno con successo, ma sempre maldestramente.

Lei le snocciola tutte, toccando le nostre corde come fosse un alter ego spiritoso che si diverte a punzecchiarci con sagace ironia, ricordandoci dei nostri goffi tentativi di reagire ad una situazione troppo più grande di noi, che peraltro non è ancora finita. Divertenti gli innesti musicali, che si inseriscono tra i vari argomenti o li accompagnano enfatizzandoli.

Con battute divertenti, simpatiche, esilaranti, quando non addirittura vulcaniche, Shara si muove sul palco con “aggressiva” simpatia, tiene banco e lo domina. Intrattiene e solletica il nostro io ancora intorpidito dal lockdown e frustrato dai vari DPCM, riuscendo a distrarci e a farci ridere di lei, ma soprattutto per riflesso, di noi, delle nostre debolezze, stanchezze e dei piccoli fallimenti dovuti alla noiosa routine a cui siamo stati obbligati.

Simpatica, divertente, ma anche profonda quando tocca alcuni argomenti come l’assurda situazione dei maturandi del 2020, che hanno sostenuto il loro esame in maniera quasi fantascientifica e che dopo non hanno potuto neanche godere della meritata vacanza estiva; dell’incontro con i loro coetanei, di tutte quelle cose che fino all’inizio della pandemia sembravano, anzi, erano normali, scontate. Un periodo che abbiamo perso noi, come questi adolescenti e che nessuno potrà mai restituire. Insomma, allegria e riflessione su un tema che ha coinvolto tutti. Spettacolo divertente e che è piaciuto al pubblico, che inevitabilmente si è poi intrattenuto con questa deliziosa, simpatica e cordiale artista.

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Il Gruppo ViviRoma fondato da Massimo Marino nel 1988, nasce come giornale murale per ampliarsi nel tempo in un magazine, TV e WEB.

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