“Più vera del vero”

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TEATROVID-19 il teatro ai tempi del Corona e oltre

Teatro Marconi

Di Martial Courcier

Regia di Felice Della Corte

Con Felice Della Corte, Valentina Corti, Riccardo Graziosi

Era un po’ che mancavo dal teatro Marconi e ho ritrovato sempre la calda accoglienza che lo contraddistingue. Alla reception Maria Ferrante è sempre calorosa nei miei e nei confronti del pubblico, così come il direttore Felice Della Corte, ieri impegnato nello spettacolo. Profondo è stato il mio piacere di rincontrare tra il pubblico Lallo Circosta, Marco Capretti, Fabrizio Gaetani, Enzo Casertano… con i quali ho scambiato quattro chiacchiere sui prossimi spettacoli e su quelli passati.

La commedia di stasera tratta un argomento di cui si discute spesso: la presenza, sempre più prepotente, di forme di intelligenza artificiale nella vita umana. Questo ci riporta inevitabilmente alla mente alcune proposte del cinema come “2001 odissea nello spazio”, “I.A. intelligenza artificiale”, “Simone”…

Nel caso della commedia di Courcier, sicuramente nasce spontaneo l’accostamento con il famoso film di Alberto Sordi “Io e Caterina”, dove un robot dalle sembianze umane femminili (anche se rappresentato con effetti speciali ancora un po’ semplici tipici degli anni ’80) diveniva gelosa del suo padrone. O forse più azzeccato è l’abbinamento con il film di Renato Pozzetto “Un amore su misura” del 2007, sicuramente più realistico in cui il droide, interpretato da una stupenda Camilla Sjoberg, dava vita ad una storia comica e paradossale.

In questa commedia, come in quella di Pozzetto, il robot Cloè è capace di avere rapporti sessuali. Mi ritorna in mente un documentario visto tempo fa sulle Real Sex Dolls, bambole sessuali particolarmente attraenti alla vista e al tocco, con accurate parti intime che risultano piuttosto realistiche, vendute a prezzi esorbitanti. Figuriamoci quanto costeranno quelle di nuova generazione che stanno per approdare sul mercato, in grado non solo di simulare il rapporto sessuale, ma anche di esprimersi a parole!

Nella fantasia dell’autore, Cloè è un passo ancora più avanti: è anche in grado di provare sentimenti e dimostrarli.

Valentina Corti è perfetta, si cala ottimamente nel ruolo: ragazza dall’aspetto delicato, minuto e delizioso, ha due occhi chiari scintillanti e vivi che folgorano chi è in platea, quando con lo sguardo vuoto, mentre balbetta con movenze robotiche, è immersa nel suo personaggio.

Francesco (Riccardo) per il cinquantesimo compleanno di Giulio (Felice), scapolo libertino che nell’ intimo è stanco della solitudine e cerca il grande amore della sua vita, gli regala il robot. I due sono grandi amici, e gli attori sul palco esprimono con grande maestria l’atmosfera della profonda amicizia.

Così, Felice interpreta un uomo avventuriero apparentemente superficiale e schivo ma sincero e nostalgico; Riccardo veste i panni dell’uomo confusionario, casinista, simpatico ma di cuore ed affettuoso.

più vera del veroFinalmente il regalo di compleanno arriva e dallo scatolone esce il droide. Dopo una titubante partenza da attribuire agli incerti e goffi tentativi della discutibile programmazione di Riccardo, che strappa risate e applausi, pian piano il robot dimostra di avere tutte le carte in regola per far perdere la testa a Giulio: bella, una classe da vendere, ma soprattutto capace di amare grazie al programma speciale che dà nome al titolo della commedia.

Avere un rapporto sentimentale con quello che sembrava essere semplicemente un giocattolo da poter restituire in caso di insoddisfazione, finisce per coinvolgere emotivamente l’uomo, e paradossalmente anche la droide, che essendo stata resettata, ignora di non essere umana.

Forse a causa di un bug del programma, così come avviene nell’ “Uomo bicentenario” di Robin Williams, Cloè prova ad esternare sentimenti veri dimostrando una grande sensibilità femminile, forse anche troppo umana, tanto da trasformarsi in una donna “normale” con tanto di desideri che finiscono per farla risultare perfetta ed insostituibile.

La storia dolcemente assurda è al contempo simpaticamente frizzante, finisce per raccontare l’amore vero che nasce tra i due ma anche i problemi che iniziano a sorgere, veri anch’essi, anzi più veri del vero!

Lo spettacolo è godibile, i tre artisti si muovono e recitano bene appassionando e colorando con le loro personali sfumature i caratteri dei personaggi a cui ci affezioniamo.

Al centro della vicenda spicca Valentina, che colpisce con i suoi mutamenti di umore. L’attrice sa giocare bene le sue carte, mostrandosi capace di muoversi e passare continuamente dall’aspetto umano e quello artificiale.

La commedia trasmette una profonda umanità e ci riserva una bella morale, ma è anche deliziosamente provocatoria. Vedendo un grazioso droide come Cloè, quale uomo non desidererebbe averla vicino? Dolce, comprensiva, disponibile, intelligente, amorevole, sensibile, affascinante, ma soprattutto programmabile a proprio gusto!

Invece di optare per una commedia comica, la sceneggiatura sceglie una chiave ironica sempre divertente ma mai eccessiva, che non fa scadere la vicenda in una farsa, tutt’altro. Facendoci sorridere, ci lascia un messaggio profondo che tocca la nostra sensibilità e induce a riflettere su nostri desideri e debolezze, sulla paura che abbiamo di amare o di vivere un rapporto stabile che, pur cercato, ci spaventa perché vincolante.

La storia mette a nudo la superficialità dell’uomo ma anche la sua sensibilità permettendoci di riflettere sull’ eterna ricerca del partner perfetto, che invece ritroviamo inevitabilmente nelle cose più semplici. Quello che vogliamo non è la perfezione, non sapremmo neanche gestirla, o peggio ci annichilirebbe. Quello che cerchiamo è invece una persona che ci completi insieme a tutti i suoi difetti perché ci riconosciamo in essi.

Così, anche la coppia che vediamo nascere tra i due, funziona perché vive di normalità, una normalità che non deve essere letta con l’accezione negativa di monotonia, bensì di quotidianità. È la normalità di poter contare abitualmente sulla persona al proprio fianco, è una sicurezza che non va svilita perché interpretata come routine noiosa e piatta. Questo è quello che cercano i personaggi, che temono di non trovare o peggio di perdere.

Velentina, trasformata in questo delizioso droide, ci fa affezionare a questa insolita figura che spicca per la sua profonda umanità, tanto da annichilire con i suoi ragionamenti sull’amore i due maschietti, e far riflettere anche noi del pubblico.

L’attrice sfoggia sul palco numerosi vestiti che Lucia Mirabile sceglie per lei esaltandone la figura, molto femminile e delicata, quando si muove con gli altri nella bella scenografia che ricrea un elegante appartamento. Le diverse scene sono separate da stacchi musicali e da un buon uso delle luci, tutto arricchito dai frequenti applausi della platea.

più vera del veroIl colpo di scena finale è accompagnato subdolamente dalla colonna sonora di “Schindler’s list”. Un vero colpo basso inaspettato della sceneggiatura, ma anche la ciliegina sulla torta, che si rivela il pezzo più intenso della commedia.

Qui Valentina dà il meglio di sé con Felice e Riccardo che fanno da supporto esaltando la sua performance, portandoci mirabilmente al riuscito e bellissimo epilogo.

I tre attori si rivelano capaci, coinvolgendoci piacevolmente riescono a sottolineare magistralmente le sfumature di ogni personaggio.

Così entrano prepotentemente nel cuore dello spettatore. Preparate i fazzoletti, avrete modo di commuovervi tra un sorriso e l’altro, travolti da una valanga di emozioni.

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