“Toc toc”

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Teatro Piccolo San Paolo

Di Laurent Baffie
regia di Alessandro Bevilacqua
Con Cristiano Arsì, Alessandro Calamunci Manitta, Ilaria Mariotti, Dave Campennì, Marco Bellomo, Floriana Corlito e Alessandro Bevilacqua

Siamo nella sala d’aspetto dello studio di un luminare della neuropsichiatria, dove sei pazienti attendono il loro turno per essere visitati. Tutti sono affetti da una particolare patologia denominata TOC, un tic ossessivo compulsivo; il dottor Cooper sembra essere l’unico studioso in grado di guarirli e, da quanto si dice, anche piuttosto velocemente.

Ma il medico non è ancora arrivato, è bloccato all’estero, in viaggio, forse in aeroporto, non si sa con chiarezza. I pazienti, divenuti impazienti, scalciano nevrotici.

Nella tensione dell’attesa si fanno prendere dalle loro esasperanti manie. Al contempo però quest’attesa diventa una particolare occasione per conoscersi, confidarsi, fare amicizia; insomma, alla fine danno vita ad un’ improvvisata ma efficace terapia di gruppo. I pazienti creeranno una concatenazione di situazioni esilaranti che piano piano porteranno loro beneficio.

La divertentissima commedia è stata scritta nel 2005 da Laurent Baffie ed è stata proposta con successo in diversi paesi: Spagna, Portogallo, Belgio ed America Latina. A Parigi è stata replicata addirittura per tre anni consecutivi.

La proposta, oltre a divertire, dà anche modo di riflettere sulle attitudini positive che emergono tra i pazienti: l’affiatamento e la complicità che portano all’aiuto reciproco ed ad una magica sinergia curativa che li aiuta ad affrontare di petto le loro ansie e a cercare la guarigione grazie allo sforzo collettivo. Non a caso, tutti i personaggi saranno sempre presenti in scena; e anche gli attori hanno ricreato un’atmosfera particolare, direi simbiotica tra loro, maturata da un evidente affiatamento sviluppatosi grazie al loro talento.

I nostri danno vita a personaggi assai stravaganti ma credibili, e lo spettatore può immedesimarsi nel loro stato, finendo per affezionarsi ad ognuno.

toc tocUna commedia che, facendoci divertire, sottolinea con intelligenza l’importanza della collettività, della comunione di intenti, l’unione che fa la forza e la differenza.

La chiave è dimenticarsi dei propri disturbi, di paure e manie per concentrarsi ad aiutare l’altro e quindi, inevitabilmente, riuscire ad aiutare anche sé stessi, recuperando anche la propria stima e l’orgoglio. Alla faccia del grande professore!

Questa esperienza aiuta tutti a trovare quella forza che ognuno ha dentro di sé per reagire.

Allo stesso tempo, persone che nella vita comune sarebbero probabilmente scansate ed evitate per le loro problematiche, trovano un luogo protettivo, sicuro insieme agli altri. Una bella morale.

Alfredo (Alessandro Calamunci Manitta) dice si essere un avvocato, ma di aver dovuto lasciare la sua professione perché afflitto dalla sindrome di Tourette, che gli fa dire parolacce a sproposito e di continuo. Personaggio assolutamente divertente e assai impegnativo da portare in scena, impersonato egregiamente, anzi reso memorabile da un bravissimo attore che già ho apprezzato in passato.

Emilio (Cristiano Arsì) è un tassista romano fissato con i numeri; calcola tutto a velocità stratosferica, conta ogni cosa, entrate ed uscite di ogni presente, i secondi che passano… questo è il suo disturbo, che abbinato al carattere schietto, simpatico ed invadente, lo rende dinamite.

Cristiano è un attore che seguo da tempo e che apprezzo moltissimo, ha la giusta verve e simpatia per portare in scena questo ruolo e farne “il personaggio”. Istrionico e dinamico, funge perfettamente da collante con gli altri.

Bianca, dal pronunciato accento ciociaro (Ilaria Mariotti), ha la fisima per i microbi e le malattie, continua a sparire in bagno per andarsi a lavare e disinfettarsi ogni qualvolta qualcuno la tocca e spruzza ossessivamente in giro una bomboletta di germicida per sentirsi al sicuro.

Assai divertente, un po’ snob, Ilaria è deliziosa nel suo candido vestito bianco. Lei è un’ altra mia piacevole conoscenza che si fa sempre notare sul palco, mai invadente, sempre dosata e assai brava. Anche quando appare in piccoli ruoli, riesce sempre a spiccare.

Marco Bellomo è invece nei panni di Maria, un’ inguardabile religiosissima e paranoica ragazza. Con atteggiamento compulsivo, ricontrolla sempre spasmodicamente tutto nel timore di dimenticarsi o perdere qualcosa. Marco a tratti mi ha riportato alla mente alcune espressioni di Franco Franchi e di Lando Buzzanca. Veste perfettamente e con la giusta ilarità i panni di questa donna piuttosto mascolina che arricchisce con atteggiamenti ed espressività esilaranti.

Dave Campennì è invece un burinotto dolcissimo di nome Oddi; lui è fissato per le linee, non riesce a superarle, è maniacale per ciò che concerne l’ordine ed ossessionato dalle simmetrie. Simpatico personaggio, chiave di volta del gruppo, come Emilio funge da raccordo con gli altri.

Infine c’è la dolce ed insicura Lily (Floriana Corlito), ossessionata dal dover ripetere tutto ciò che dice sempre due volte. L’attrice è deliziosa e tenera in questo personaggio introverso ed insicuro, e con la sua capacità trasmette il grande trauma che la ragazza si porta dietro e che sfoga in questo modo insolito.

C’è anche l’apparizione, nel finale, di Alessandro Bevilacqua, il regista, che durante lo spettacolo sarà presente come voce fuori campo impersonando l’ assistente del dottore assente. Ma il dottore? Arriverà? Guariranno da soli i pazienti? Cosa combineranno? Il Piccolo Teatro San Paolo vi attende insieme a questa divertente proposta e a questo cast insuperabile.

A fine spettacolo sono stato accolto dai ragazzi nei camerini per fare una foto insieme e scambiare due chiacchiere sulla serata, oltre che complimentarmi con loro per la bravura con cui hanno portato in scena i loro personaggi senza ridicolizzarli, donandogli invece una profonda umanità che ha fatto breccia nel pubblico che li ha amati da subito e si è affezionato a loro in un lasso di tempo brevissimo che forse solo Emilio sa quantificare!

Lo spettacolo, infatti è stato ridotto da due ad un atto, con dei voluti tagli registici che hanno permesso alla commedia di essere più snella e travolgente, grazie ai tempi serrati di cui è composta e che gli attori hanno saputo egregiamente sostenere.

Così, non ha sofferto di cali di tensione e si è trasformata in un ciclone ricco di scambi comici continui e irrefrenabili, senza togliere quella profonda umanità che la commedia porta in sé e di cui tutti i personaggi sono pregni.

Uno spettacolo bello e divertente spettacolo ma anche profondamente umano.

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