La ricorrenza che turba: Roberto Ippolito con “Delitto Neruda” alla Casa delle Letterature mercoledì 23

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Nel giorno della morte di Pablo Neruda, conversazione a Roma con Stefano Petrocchi sul libro che smentisce la versione ufficiale della fine, attribuita al cancro alla prostata, avvenuta dodici giorni dopo il golpe di Pinochet. Poesie lette da Raffaello Fusaro

È un omaggio a Pablo Neruda. Ma anche un evento teso a far luce sulla sua fine. Mercoledì 23 settembre, nel giorno della morte del poeta nel 1973, Roberto Ippolito presenta il libro “Delitto Neruda”, pubblicato da Chiarelettere, nel giardino della Casa delle Letterature, in Piazza dell’Orologio 3 a Roma. Con lui alle 18.30, a ingresso libero, conversa Stefano Petrocchi, direttore della Fondazione Bellonci promotrice del Premio Strega.

Il regista e sceneggiatore Raffaello Fusaro legge alcune poesie, la prima delle quali è “Ode al giorno felice”: la scelta può apparire paradossale in occasione dell’anniversario ma evidenzia la voglia di allegria, un aspetto della forte personalità di Neruda.

La ricorrenza però turba: cosa è davvero accaduto 47 anni fa? In seguito a una vasta inchiesta internazionale “Delitto Neruda” di Roberto Ippolito smentisce la versione ufficiale della fine, attribuita al cancro alla prostata, avvenuta dodici giorni dopo il golpe di Augusto Pinochet. “Questa opera è un anticipo della verità giuridica che in Cile si è voluto nascondere per diversi motivi e interessi” afferma Rodolfo Reyes, nipote del poeta e rappresentante legale dei familiari, in un videomessaggio inviato da Santiago alla presentazione ad agosto a Capri dove Neruda visse un periodo in esilio.

L’appuntamento di mercoledì 23 settembre è organizzato da Biblioteche di Roma, l’istituzione che comprende 39 sedi diffuse nel territorio della capitale con un forte radicamento sociale. Nel suo ambito opera la Casa delle Letterature che, dopo lo stop imposto dall’emergenza sanitaria, riapre con “Delitto Neruda” l’attività pubblica nel rispetto del distanziamento sociale. L’evento è realizzato con la collaborazione della libreria Nuova Europa I Granai.

La conversazione tra Ippolito e Stefano Petrocchi fa entrare in una pagina di storia letteraria e non. L’instaurazione della dittatura militare di Pinochet, l’11 settembre 1973 in Cile, è la fine di un sogno. Le case di Pablo Neruda devastate, i suoi libri incendiati nei falò per le strade. Ovunque terrore e morte. Anche la poesia è considerata sovversiva. A così poca di distanza di tempo dal golpe che depone l’amico Allende, il premio Nobel per la letteratura 1971, il poeta dell’amore e dell’impegno civile, amato nel mondo intero, muore nella Clinica Santa María di Santiago. La stessa in cui, anni dopo, morirà avvelenato anche l’ex presidente Frei Montalva, oppositore del regime. Il decesso di Neruda avviene alla vigilia della sua partenza per il Messico, ufficialmente per il cancro. Ma la cartella clinica è scomparsa, manca l’autopsia, il certificato di morte è sicuramente falso.

Ippolito ha raccolto le prove sostenibili, gli indizi e il movente della fine non naturale di Neruda, sulla scorta dell’inchiesta giudiziaria volta ad accertare l’ipotesi di omicidio, e per questo contrastata in ogni modo da nostalgici e negazionisti. Per la sua drammatica ricostruzione, l’autore si è avvalso di una vasta documentazione proveniente dalle fonti più disparate: archivi, perizie scientifiche, testimonianze, giornali cartacei e on-line, radio, televisioni, blog, libri, in Cile, Spagna, Brasile, Messico, Perù, Stati Uniti, Germania, Regno Unito e Italia.

“Delitto Neruda” è scritto con il rigore dell’inchiesta e lo stile di un thriller mozzafiato. Protagonista, una figura simbolo della lotta per la libertà, non solo in Cile, vittima al pari di Federico García Lorca, suo grande amico e illustre poeta, ucciso dal regime franchista.

Roberto Ippolito, è scrittore e giornalista, conoscitore del mondo letterario e organizza eventi che portano la cultura fra la gente nei luoghi più vari: centri commerciali, mondiali di nuoto, navi, aeroporti, scuole, pullman (per il giro a tappe “conPasolini”), musei, siti Unesco.

Ha curato a lungo l’economia per il quotidiano “La Stampa”, con attenzione ai grandi fatti globali. È stato editor del Festival dell’economia di Trento. Ha dato vita al “Tour del brutto dell’Appia Antica”. È stato direttore della comunicazione di Confindustria e direttore delle relazioni esterne dell’Università Luiss di Roma, dove ha insegnato alla Scuola superiore di giornalismo.
Autore di libri d’inchiesta di successo, ha pubblicato “Evasori” (Bompiani 2008), “Il Bel Paese maltrattato” (Bompiani 2010) e, con Chiarelettere, “Ignoranti” (2013), “Abusivi” (2014) ed “Eurosprechi” (2016).

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Il Gruppo ViviRoma fondato da Massimo Marino nel 1988, nasce come giornale murale per ampliarsi nel tempo in un magazine, TV e WEB.

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