In una lunga e intensa conversazione con Zane Lowe, Lady Gaga torna a riflettere sul proprio percorso artistico, sul significato profondo delle sue canzoni e sul presente creativo che sta vivendo.
Un dialogo intimo, lucido e potente, in cui l’artista ripercorre Born This Way, parla di studio, autenticità, jazz, intelligenza artificiale e delle emozioni legate alle numerose nomination ai Grammy.
Born This Way oggi: quando le canzoni cambiano insieme a noi
Lady Gaga racconta come il significato delle canzoni muti nel tempo, sia per chi le ascolta sia per chi le ha scritte. Tornare a eseguire Born This Way dal vivo è stato per lei un momento di scoperta profonda, legato in modo indissolubile a New York, città che l’ha formata come artista e come persona.
Suonare quei brani oggi, al pianoforte, le ha permesso di esplorarne le storie con uno sguardo nuovo, riportandola alle origini del suo desiderio di fare musica e al senso di invisibilità provato durante gli anni del liceo. Un sentimento che, nonostante il successo, continua a vivere dentro di lei e ad alimentare la sua ricerca identitaria.
Zane Lowe sottolinea quanto quell’età sia cruciale per la costruzione dell’identità e come, soprattutto nelle comunità artistiche, la mancanza di validazione esterna spinga a cercare risposte dentro se stessi. Un processo che Lady Gaga riconosce come centrale nella sua formazione.
La musica come linguaggio per affrontare la vita
Per Lady Gaga, la musica è sempre stata il modo di attraversare ogni esperienza, familiare o personale. Pur evitando di definirla “terapia”, riconosce che tornare a quelle canzoni le ha mostrato quanto tutto sia ancora vivo dentro di lei, indipendentemente dal tempo che passa o dalla quantità di musica prodotta.
Quel desiderio di comprendersi e trovare il proprio posto nel mondo resta una forza costante, motore creativo che continua a guidarla.
Gli ultimi mesi e il ritorno in studio
Guardando agli ultimi dodici mesi, Lady Gaga racconta un momento di grande felicità creativa. È tornata in studio, sta scrivendo moltissima musica e sente che il contatto diretto con i fan, sera dopo sera, la colloca esattamente dove deve essere dal punto di vista energetico.
Parla di un album profondamente connesso al pubblico, capace di unire chi l’ha seguita fin dall’inizio e chi si è avvicinato più recentemente. Uno show in cui i classici convivono con la nuova musica e in cui, nonostante una struttura molto coreografata, resta sempre spazio per raccontare la storia in modo diverso ogni sera.
Autenticità come unico vero “trucco”
Uno dei temi centrali dell’intervista è l’autenticità. Lady Gaga spiega che dare tutto a un lavoro — ogni strumento, ogni melodia, ogni parola — significa non doversi mai chiedere se si sarebbe potuto fare di più.
Manipolare la verità per risultare più comprensibili, secondo l’artista, è controproducente. I suoi artisti preferiti sono sempre stati quelli capaci di restare profondamente fedeli a se stessi, al di là di stile, direzione artistica o artificiosità.
Il vero “trucco”, anche quando si parla di una canzone come Abracadabra, non è la magia, ma essere se stessi e spingersi oltre i propri limiti.
L’AI, il pop e il valore dell’artigianalità
Lady Gaga non teme l’intelligenza artificiale nella musica. Essere umani, afferma, non passerà di moda. Anche nel pop più costruito e matematico esistono disciplina e profondità.
Se dovesse riassumere gli ultimi anni in una parola, sceglierebbe craft, artigianalità. La curiosità, l’apprendimento continuo e la semplicità nel dialogo con se stessi sono per lei le vere vittorie. La musica, più di ogni altra cosa, resta la sua più grande maestra.
I Grammy, il team e la gratitudine
Con il numero più alto di nomination ai Grammy della sua carriera, Lady Gaga sottolinea l’importanza del team: il compagno Michael, i musicisti, tutte le persone coinvolte nel progetto. Più che la competizione, ciò che conta è la gratitudine per essere ancora lì, dopo tanti anni, celebrata per il proprio lavoro.
Dal jazz di Harlequin allo show di MAYHEM, due mondi diversi che convivono e prosperano nel caos creativo e nelle figure femminili complesse e incompresse.
Il jazz senza Tony Bennett
Parlando di jazz, Lady Gaga lo descrive come un linguaggio da sovvertire continuamente. Harlequin è stato il suo primo progetto senza Tony Bennett, figura fondamentale del suo percorso. Ricorda con affetto il suo entusiasmo per l’arte e come questo abbia cambiato il suo approccio al genere.
Si dice entusiasta di ciò che verrà e di ciò che i fan scopriranno nel tempo.
Nuova musica e The Weeknd
Alla domanda su una possibile collaborazione con The Weeknd, Lady Gaga risponde con poche parole, ma cariche di affetto: ama Abel ed è una sua grande fan. Nulla di più, nulla di meno.
Intervista tratta da The Zane Lowe Show su Apple Music 1.
Scrivi a: redazione@viviroma.tv