Premio Monini – Il Jazz di Stefano Bollani risuona a Casa Menotti

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Stefano Bollani, primo musicista nella storia del Premio, ha ricevuto il 13 luglio il Premio Monini “Una Finestra su Due Mondi”

E alla fine il sogno si è avverato: lo Steinway del 1956, appartenuto al Maestro ed ideatore del Festival dei Due Mondi, Gian Carlo Menotti, ha fatto risuonare tra le sale del Palazzo che è stata la sua dimora la magia musicale del grande jazzista italiano Stefano Bollani, insignito lo scorso 13 luglio del prestigioso riconoscimento Monini “Una Finestra sui Due Mondi”.

Tra gli applausi e la tangibile emozione degli ospiti presenti, tra cui il direttore artistico della kermesse Giorgio Ferrara, l’artista, considerato una delle più grandi star della musica internazionale, ha ricevuto dalle mani di Maria Flora Monini il Premio che da dieci anni la famiglia spoletina destina ai protagonisti del Festival dei Due Mondi.

«Come avviene costantemente nella storia del Premio – ha ricordato nelle motivazioni la stessa Maria Flora Monini – anche per Bollani questo riconoscimento va a una carriera al confine “tra due mondi”, sia geografici che di stile e linguaggio. Un artista che ha dimostrato di saper unire la passione per il Sudamerica – che lo ha portato sul palcoscenico di Spoleto insieme a un mito della musica brasiliana come Hamilton de Holanda – con il jazz, la canzone popolare europea e tutta la grande tradizione sonora del ‘900. Un personaggio che non poteva mancare nella casa di uno dei più grandi compositori del XX secolo».

«Ne sono felice – ha commentato l’artista, accogliendo gli elogi con un’immancabile nota di ironia -: del resto questo è uno dei pochi mestieri in cui si può ascoltare il proprio epitaffio in vita».

Bollani è così entrato a far parte della “Hall of Fame” di Casa Menotti, accanto a personalità come John Malkovich, Michail Baryšnikov, Willem Dafoe, Tim Robbins, Juliette Gréco, facendosi ritrarre, come loro, mentre si affacciava alla celebre finestra del Palazzo quattrocentesco dopo aver ritirato il Premio. Un’usanza, quella del saluto dal famoso davanzale, ripristinata nel 2010 da Monini in omaggio proprio al gesto iconico di Menotti, che era solito salutare il pubblico della kermesse dal suo palazzo affacciato su piazza Duomo.

Un momento suggestivo e coinvolgente, reso ancor più indimenticabile dalla capacità del jazzista di dialogare giocosamente con il pubblico, che al Teatro Romano gli ha riservato una standing ovation.

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