Dal 9 al 13 marzo al via il primo tour dei Cammini di Sant’Egidio

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“I Cammini di Sant’Egidio”, il percorso turistico-religioso attraverso l’Italia nei luoghi accomunati dal culto per l’Abate di Saint-Gilles, diventa realtà. Dal 9 al 13 marzo si svolgerà il primo tour di pellegrini da Linguaglossa (CT) ad Altavilla Silentina (SA) a Latronico (PZ). Prende corpo così l’idea lanciata da Salvatore Puglisi, sindaco di Linguaglossa, nel libro “I cammini di Sant’Egidio. Tra turismo religioso, pubblica amministrazione e cultura ecclesiale” (Historica / Giubilei Regnani).

La partenza è prevista in pullman da Linguaglossa il 9 marzo, con arrivo ad Altavilla Silentina nel pomeriggio. Il programma prevede, per l’indomani mattina, l’incontro con il sindaco del comune campano Francesco Cembalo, la visita al paese, alla chiesa del Patrono e a un caseificio della zona, con pranzo in un agriturismo. Nel pomeriggio, la visita a Paestum.

L’11 è previsto l’arrivo a Latronico, l’incontro con il sindaco Fausto Alberto De Maria e la visita del paese. Nel pomeriggio, la celebrazione della santa messa nella basilica di Sant’Egidio Abate. Il 12 mattina escursione a Matera e visita guidata ai Sassi, con rientro a Latronico nel pomeriggio. Qui alle ore 18, nella basilica di Sant’Egidio Abate, si terrà la presentazione del libro “I Cammini di Sant’Egidio” di Salvatore Puglisi. Interverranno, oltre l’autore, il sindaco Fausto Alberto De Maria, Egidio Giordano comandante dei vigili e studioso di storia locale, don Paolo Pataro parroco di Sant’Egidio Abate.

Il 13, dopo la santa messa nella chiesa del Patrono, i pellegrini partiranno per Linguaglossa, dove giungeranno in tarda serata. Sulla via del ritorno faranno una breve sosta al Santuario di San Francesco di Paola.

L’idea dei Cammini di Sant’Egidio ricalca quella del Cammino di Santiago e della via Francigena. I Cammini di Sant’Egidio si snodano da un capo all’altro dell’Italia, lungo la direttrice adriatica o tirrenica, per complessivi 3025 km, toccando 28 comuni. Si tratta di borghi o comuni sorti anticamente in prossimità di boschi o alture dove si affermò il culto di Sant’Egidio, considerato nell’Alto Medioevo il protettore delle comunità piccole e insicure dagli oppressori e dai pericoli di una natura inospitale e selvaggia. Gli itinerari, dunque, si caratterizzano per le bellezze paesaggistiche e i parchi naturali, per le testimonianze storiche, artistiche e architettoniche come chiese ed ed eremi, per le tradizioni gastronomiche e folkloristiche, ma anche per le suggestioni ascetiche e spirituali dei luoghi.

Al momento saranno solo tre i tre luoghi egidiani collegati dal tour. A breve se ne organizzeranno altri per completare l’itinerario a tappe e raggiungere, entro l’anno, anche il monastero di Saint-Gilles a Saint-Gilles du Gard, nel sud della Francia.

Enormi le ricadute e le potenzialità del progetto dei “Cammini di Sant’Egidio”: dal recupero alla valorizzazione di beni culturali ed ecclesiastici considerati “minori”, dal ripopolamento di borghi e piccoli comuni grazie alla maggiore attrattiva economica all’implementazione della coesione sociale, dalla possibilità di creare una massa critica per attrarre fondi comunitari all’attrazione di un turismo internazionale, dato che il culto di Sant’Egidio è diffuso in tutta Europa, dalla natia Grecia alla Francia, dal Belgio all’Olanda. Un progetto dal cuore antico (si pensi ai pellegrinaggi medievali sulle vie della fede) ma funzionale alla ripresa dei viaggi dopo la pandemia, poiché privilegia mete alternative e in grado di soddisfare le rinate esigenze di spiritualità.

La rete dei comuni egidiani, che hanno firmato il protocollo d’intesa per dare vita a un percorso di condivisione sociale, culturale e religiosa, coinvolge la Comunità di Sant’Egidio di Roma e comprende Verrès (Aosta), Rubiana e San Gillio (Torino), Cona / Pegolotte (Venezia), Cavezzo (Modena), Gambettola (Forlì Cesena), Monte San Savino (Arezzo), Avigliano Umbro (Terni), Staffolo (Ancona), Sant’Egidio alla Vibrata (Teramo), Civitaquana (Pescara), Caprarola, Cellere e Orte (Viterbo), Mompeo (Rieti), Camerata Nuova, Filacciano, Rocca di Cave e Tolfa (Roma), Terelle (Frosinone), Frosolone (Isernia), Grottolella e Melito Irpino (Avellino), Altavilla Silentina (Salerno), Latronico (Potenza) e Linguaglossa (Catania), cui si sono aggiunti di recente Bojano (Campobasso) e Scanno (L’Aquila).

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Il Gruppo ViviRoma fondato da Massimo Marino nel 1988, nasce come giornale murale per ampliarsi nel tempo in un magazine, TV e WEB.

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