#sonoqualcunononqualcosa – Petizione per Leggi a reale tutela degli animali

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Da anni politici di ogni schieramento promettono pene più severe per i reati contro gli animali ma le parole non sono seguite da azioni concrete.

LNDC lancia una petizione per chiedere che si faccia qualcosa di serio per fermare l’orrore che si consuma quotidianamente. Rosati: ogni giorno vengono uccisi decine e decine di animali nella maniera più atroce, non si può più aspettare.

Come ogni anno, il 10 dicembre si celebrerà la Giornata Internazionale per i Diritti Animali. Questa giornata cade nella stessa data in cui venne redatta la Dichiarazione Universale dei Diritti Umani, con l’obiettivo di ribadire la vicinanza tra diritti umani e diritti degli altri animali. Per l’occasione, LNDC Animal Protection ha lanciato una petizione su un argomento che da troppo tempo viene nei fatti ignorato dal mondo politico nonostante i tanti proclami fatti a riguardo: l’inasprimento delle pene per i reati contro gli animali.

Gemma, Mia, Holly, Zorro, Tequila, Snoopy, Pilù, Margot, Ruth, Chicca, Rocky, Giacomo e ovviamente Angelo – ormai simbolo della cattiveria umana e dell’inefficacia delle leggi attuali – sono solo alcune delle vittime che negli ultimi tempi hanno trovato la morte per mano di persone disumane e crudeli, a cui vanno ad aggiungersi i tanti altri che non hanno nemmeno mai avuto un nome. Tutte queste uccisioni sono rimaste praticamente impunite, vista l’esiguità delle sanzioni al momento previste.

“L’articolo 544-bis del nostro Codice Penale prevede una pena di massimo 2 anni di reclusione per chi uccide un animale per crudeltà e senza necessità”, ricorda Michele Pezone – Legale e Responsabile Diritti Animali LNDC. “Tuttavia, tra riti abbreviati, sospensione della pena e ‘messa alla prova’, praticamente nessuno sconta realmente nemmeno un giorno di prigione anche in caso di condanna. Condanne che peraltro sono spesso difficili da ottenere perché molti PM tendono a chiedere l’archiviazione per i casi più nebulosi anziché impegnarsi a fare indagini più approfondite, a dimostrazione del fatto che queste vittime e questi reati vengono spesso considerati di serie B”.

“Ogni giorno vengono uccisi decine e decine di animali nella maniera più atroce, non si può più aspettare. I buchi legislativi permettono il perpetrarsi e il perpetuarsi dell’orrore, pene sospese, ridotte a poche ore di volontariato, al massimo una multa. Centinaia di casi archiviati con prove inconfutabili. Perché?”, si chiede Piera Rosati – Presidente LNDC Animal Protection. “Perché viviamo in un sistema malato, corrotto, colluso e finché resterà tale migliaia di altri animali continueranno ad essere trucidati per noia, per gioco, per ignoranza e odio. Quindi organizziamoci per una rivoluzione.”

“Vogliamo che gli animali vengano tutelati in quanto tali, mentre ora la legge punisce il ‘sentimento umano verso gli animali’. Vogliamo pene severe anche in caso di negligenza e superficialità. Vogliamo aggravanti per efferatezza o nel caso in cui i fatti vengano commessi nell’esercizio delle proprie funzioni professionali o con l’uso di armi. Vogliamo che sia previsto il fermo e l’arresto, mentre ora i killer restano a piede libero. Vogliamo l’introduzione del reato di strage di animali, per punire gli avvelenamenti. Vogliamo un iter definito per la custodia giudiziaria degli animali sequestrati, troppo spesso lasciati nelle mani dei loro aguzzini. Vogliamo che a scuola e nella formazione delle forze dell’ordine siano previsti dei percorsi formativi sul rispetto e la tutela degli animali”, continua Rosati.

“Con questa petizione chiediamo che la politica passi dalle parole, dai proclami a fini elettorali, ai fatti. Ci sono infatti diverse proposte di legge per inasprire le pene per i reati contro gli animali ma da anni restano chiuse in un cassetto e non vengono neppure discusse in Parlamento. È ora di dire basta e di farci sentire per chiedere a gran voce che venga riconosciuta agli animali la dignità che meritano, punendo in maniera severa chi li maltratta e li uccide, dimostrando anche una pericolosità sociale ormai scientificamente provata”, conclude Rosati.

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Il Gruppo ViviRoma fondato da Massimo Marino nel 1988, nasce come giornale murale per ampliarsi nel tempo in un magazine, TV e WEB.

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