Aspettando una chiamata di e con Matteo Cirillo Teatro Garbatella

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Il teatro ai tempi del corona
Attraversando la terza fase

Serata organizzata nel rispettato della sicurezza anticovid: posti distanziati, mascherine onnipresenti, spettacolo all’aperto…
Mi piace questo luogo: è teatro, bar, ristorante, ha un gradevole e ampio giardino in cui stasera si sono radunate poco meno di cento persone per assistere allo spettacolo in programma e sorseggiare un aperitivo.

Proprio qui ho visto Matteo l’ultima volta mesi fa, era impegnato in un remake divertentissimo de ‘ I 39 scalini’ di Hitchcock, ovviamente portato in scena in chiave comica.
Insieme ad altri suoi folli colleghi ha dato vita ad uno spettacolo dirompente e spassosissimo.
Andatelo a vedere se vi capita, non ve ne pentirete.

Ho seguito Matteo in questi mesi di ‘arresti domiciliari’ dovuti alla quarantena, mentre si cimentava in vari video atti a divertire e distrarre tutti i suoi followers, spesso coadiuvato da altri suoi amici artisti.

Matteo è nato per donare buon umore, è la sua indole, sempre attivo, una ne pensa cento ne fa. E’ un artista sempre in evoluzione, ancora adesso propone dei video sul web che raccontano Roma. Girando in mascherina per la città la omaggia e la presenta nei suoi molteplici aspetti con il suo inconfondibile stile ironico.

Vedo in lui una sorta di Benigni romanesco: ha la sua pazzia, le sue movenze, la sua genialità, tutto fortemente reinterpretato e ‘Cirillizzato’.
Genialoide, ingegnoso, acuto, creativo, irrequieto, iperattivo, in continua trasformazione, è una scheggia impazzita, una bomba pronta ad esplodere.

Estremamente umano, sensibile, affabile, grande, fuori e dentro, ma soprattutto talentuoso ed originale.
Stasera è qui sul palco per proporre il suo monologo già presentato in passato ma ancora attuale.

Uno spettacolo che parla di attesa, di sogni e di speranze, sempre in chiave ironica, con un umorismo che porta l’impronta inconfondibile di Matteo. Accompagnato musicalmente da un altro talento della famiglia, il fratello Claudio, ottimo strumentista, conosciuto come musicista, ma anche per essere la spalla di Matteo, questo perché spesso finisce a fare suo malgrado da cavia nei divertentissimi video del fratello.
Entriamo ora nel mondo di questo artista grazie al suo spettacolo.

La bomba scoppia: le schegge, ovvero le sue battute, colpiscono il pubblico in maniera continua, senza dare respiro. Matteo è un frullatore riempito con la frutta più matura da cui ricava il succo migliore.

Un estratto vitaminico, un concentrato naturale di buon umore che si sta amalgamando girando vorticosamente nell’elettrodomestico.
Poi però all’improvviso il tappo del frullatore si apre e il liquido denso fuoriesce incontrollato dalla centrifuga.

Tutti veniamo imbrattati dal suo contenuto, un concentrato fatto di comicità che si ispira a decine di nomi noti dello spettacolo.
Un succo variegato ricco di retrogusti, dentro ci sono i migliori ingredienti: il logorroico Robbin Williams di ‘Good morning Vietnam’, le movenze e le smorfie di Jerry Lewis quando manca Dean Martin, ma Matteo sopperisce a modo suo colmando questo vuoto.

C’è Macario, Gigi Proietti, Carlo Verdone, Daniele Luttazzi, Enrico Brignano, Roberto Benigni, Totò… Tutto inserito in una maniera così veloce ed ironicamente isterica da non permettere sempre al suo auditorio di afferrare la presenza eterea di tutti i tributi a questi mostri sacri.

Sfumature e colori che Matteo ha saputo dare a queste ispirazioni grazie alla sua cultura teatrale e alla sua attenta visione formatasi con il metodo, perdonatemi il neologismo ‘dell’apetta’.
Sì, secondo me Matteo è come una piccola ape che si è posata sui fiori più belli, più rigogliosi, più colorati e profumati che sono poi il panorama nazionale e internazionale dell’arte della recitazione.
Sporcatosi ed inebriatosi del loro polline, ha fecondato il suo di fiore dal quale è nato un suo stile, all’apparenza caotico, in realtà profondamente ispirato e controllato.

Gli attori citati, più altri che mi sono sfuggiti, provengono dall’ avanspettacolo, dal cabaret, dalla commedia, dal cinema, dal teatro, vengono dal passato o sono ancora presenti ai nostri giorni. Questi sono il suo bagaglio culturale da cui ha estratto il suo polline doc.
Trasformato, o meglio ‘Cirillizzato’ dalla sua grande personalità.
Un ora e un quarto di puro Cirillo, uno spettacolo frenetico di cabaret, in cui Matteo racconta la vita interpretandola a suo modo e ironizzandoci sopra.

La cattura, la imbriglia e ce la presenta docilmente domata.
Il lavoro, il tempo, la vita, le occasioni, i pensieri, le speranze, l’attesa, i fallimenti. l’amore.. c’è tutto in quest’ inno alla vita.
All’ improvviso Matteo, al centro della sua esibizione, esegue un virtuoso ‘assolo’ verbale: mette in spasmodica sequenza una serie di pensieri espressi a voce alta.

Messi in fila come i vagoni di un treno impazzito questi pensieri fuoriescono prepotentemente accavallandosi tra loro. Una sequenza talmente veloce che supera la capacità di chi ascolta di fermarli e ragionarci sopra.

Avete presente quando un bambino si impossessa di un telecomando e cambia repentinamente i canali della televisione?
Bene! Ma in questa simulata confusione tutto ha senso, Matteo nella sua esposizione a velocità supersonica non perde un colpo. In un sol fiato ci lascia tutti inebetiti, frastornati.

Qui supera se stesso, e’ il padrone del palco, della serata, del pubblico.
È il picco più alto di uno spettacolo che sale e scende di continuo per fare respirare e sovra-eccitare lo spettatore, allo stesso tempo sembra il tracciato di un elettrocardiogramma impazzito.

Mi giro per vedere la reazione del pubblico e tra i presenti scorgo Chiara David. Incantevole compagna di vita di Matteo nonché dotata attrice.

Guarda con i suoi profondi occhioni il suo principe della risata, ridendo di cuore alle sue battute.

Chiara è circondata da una masnada di ragazzini che coccola affettuosamente.
Si perché stasera tra il pubblico sono presenti molte di quelle famiglie che hanno conosciuto Matteo e Chiara quando (in compagnia del loro amico Michele Iovane), hanno dato vita a Radio Magliana.

Uno spettacolo che i tre hanno creato per rallegrare i bambini del quartiere, tristi perché bloccati in casa dalla quarantena.
I tre allora si sono eletti zii virtuali dei fortunati adolescenti del quartiere, dando vita per loro dal balcone di casa per distrarli e divertirli, dei veri e proprii spettacoli durati tutto il lock down.
Artisti di cuore che sono stati ricambiati con affetto da questo insolito pubblico che ha voluto presenziare stasera.

Bravo Matteo, spettacolo impegnativo, faticoso, a tratti adattato alle circostanze e ai piccoli imprevisti provenienti dalla platea, spesso interagendo con essa.
Un artista che può solo continuare a crescere.
Inutile dire che a fine spettacolo Matteo e Chiara si sono intrattenuti con il loro pubblico…

Un aneddoto:-
Tempo fa parlavo con una collega di Matteo, che lo conosceva quando era ancora agli inizi, quando ancora acerbo cercava la sua strada.
Vedendo l’esibizione di quest’artista Matteo rimase colpito dalla sua bravura e abbattuto le chiese: ‘Ma io diventerò mai bravo come te?’
Quest’artista (per altro dalle indubbie doti), a distanza di poco tempo da questo fatto che ho citato guardandomi negli occhi mi ha detto: ‘ Non solo è diventato bravo, ma mi ha anche superata…’

Questo è il lato del mondo del teatro che più mi piace, per questo lo amo…

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