“L’uomo, la bestia e la virtù”

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Teatro Vittoria
Di Luigi Pirandello
Regia di Luca Ferrini

Con Alessandra Mortelliti (la moglie) Luca Ferrini (il professore) Marco Cavallaro (il marito capitano), Alberto Melone (il dottore) Chiara Del Francia (il figlio della coppia), Antonia Di Francesco (la governante), Denis Persichini e Ludovico Colonna (gli scolari)

Scene BN Studio – costumi Zena Diamantakos – luci e fonica Davide Sapienza

Produzione Alt Academy

La proposta è tratta dalla novella “Richiamo all’obbligo”, che risale al 1906, rappresentata per la prima volta a Milano, al Teatro Olimpia nel 1919.

Questo lavoro di Pirandello presenta tutti i caratteri tipici del pensiero dello scrittore, che vengono riproposti da cast e regia con lo stesso gusto e stile retrò che caratterizza quel periodo.

A dispetto delle commedie odierne molto veloci e frenetiche, questa mantiene dei ritmi pacati che permettono allo spettatore non solo di seguire agilmente la storia, ma soprattutto di scorgern ine tutte quelle caratteristiche tipiche dei personaggi pirandelliana, che il cast ha saputo cogliere nelle sfumature e rappresentare in maniera piuttosto brillante.

La storia è semplice e assolutamente realistica.

Il professor Paolino è l’amante segreto della signora Perella, la madre d’un ragazzo a cui l’uomo impartisce lezioni private.

La signora è stata abbandonata dal marito, che nel frattempo si è rifatto un’altra famiglia. Così, sola e triste, intreccia una relazione con il professore. Scopre però di essere rimasta incinta e allora, per timore dello scandalo, del disonore e del marito, si sfoga con il professore, che architetta un escamotage.

Visto il tipo, si direbbe che questo professore tutto d’un pezzo e apparentemente serio e professionale agisca più per timore delle conseguenze che potrebbero abbattersi su di lui che per salvare l’onore della donna. Inoltre, durante i momenti di difficoltà traspare in lui una natura a tratti aggressiva, arginata solo dal suo carattere fondamentalmente codardo.

Scopriamo che il burbero marito, un capitano di marina, quando saltuariamente torna nella sua vecchia dimora, dorme sempre separato dalla donna, così il professore cerca un espediente per uscire da questa imbarazzante e pericolosa situazione.

Con la complicità di un suo amico dottore tenta di somministrare all’uomo un afrodisiaco, nella speranza che questo risvegli la passione spenta verso la moglie e lo induca ad accoppiarsi con lei e a risolvere così la questione, appioppandogli la responsabilità della paternità. Un atto davvero maturo e cavalleresco!

Il professore ovviamente non si pone il minimo scrupolo per salvare la sua reputazione e mette l’amante, senza troppi indugi, di nuovo nelle mani del brutale marito.

Pirandello in questa buffa e paradossale novella nasconde una feroce satira verso la società della sua epoca e i suoi discutibili valori.

Anche qui troviamo un chiaro riferimento all’uomo che indossa una maschera per presentarsi alla società, da cui viene riconosciuto ed accettato, e nella quale tutti sono protagonisti di una messinscena senza fine.

Tutti, secondo lo scrittore, nascondono la loro vera natura e personalità in un gioco delle parti intriso di ipocrisia. Pirandello aborrisce e critica questo stato, denunciandone la doppiezza e la falsità proditoriamente nascosti dietro ad un’ ipocrita parvenza di rispettabilità e perbenismo. Questa novella ne è l’ennesima prova.

Luca si presenta dapprima con un’ impostazione tipica del docente tutto d’un pezzo dei primi del ‘900, alle prese con due studenti confusionari e un po’ somari. Dietro una parvenza di serietà e rigore, ci appare man mano per quello che è: stucchevole, servile, opportunista, vile e voltagabbana. Luca gioca con destrezza con il suo personaggio alternando efficacemente questi diversi stati d’animo che lo caratterizzano. Questa vergognosa mutazione arriva ad infastidire lo spettatore, che si trova davanti ad un uomo ambiguo con una faccia per ogni occasione: quando si trova con l’amante, poi con il marito, con l’amico dottore, oppure con i già nominati studenti.

Denis e Ludovico sembrano Pinocchio e Lucignolo, si trasformano in due ragazzini pestiferi e scalmanati, buffissimi con i loro calzoncini corti e i calzini alquanto sgargianti. Si impegnano alacremente per fare impazzire il povero professore, divertendoci.

pirandelloAlessandra è la piagnucolante e timorosa moglie. Cambia vestiti entrando in scena come un serpente che cambia pelle, e con essi muta efficacemente anche la sua indole adeguandosi alle diverse situazioni che vive. Ci riserverà, nel finale, una vera e propria sorpresa tipica della penna di Pirandello. Impeccabile trasformista.

Alberto è il povero dottore che si trova, suo malgrado, invischiato in questa torbida relazione e cerca di aiutare l’amico. Esilarante quando, semi addormentato e stanco, si trova a dover interpretare il sibillino modo di esprimersi del professore che cerca con questo approccio di mantenere la sua falsa dignità per salvarsi egoisticamente la faccia. Divertente la confusione degli intrecci creati dai due.

Marco è il marito, un truce capitano della marina. Sono abituato a vedere questo artista sempre in ruoli comici e dunque per me è stata una piacevole sorpresa trovarlo nei panni di questo antipatico, rozzo e violento uomo di mare. Devo dire che mi ha molto colpito. Ha saputo farsi odiare da subito!

Antonia? Antonia ha una personalità e una espressività tutta sua, inconfondibile anche nella parte della governante della casa, in cui riesce a spiccare interponendosi efficacemente tra una scena e l’altra. Ogni volta che sale sul palco, lo riempie con la sua spiccata personalità, divertendo con le movenze e le inimitabili espressioni. Portentosa.

Il figlio della coppia infelice è interpretato da… una magica ragazza dal nome Chiara, che si cela efficacemente nei panni di un ragazzino iperattivo. Si rivela molto espressiva ed è davvero brava nell’ impersonare questo maschietto discolo e capriccioso sulla falsariga del Gianburrasca di Rita Pavone. Minuta e deliziosa, ha una carica esplosiva.

Insomma, lo spettacolo, grazie a cast e alla regia di Luca, conserva l’impronta di Pirandello. La scenografia è semplice ma efficace e viene trasformata dagli stessi attori tra una scena e l’altra. I personaggi che vi si muovono all’interno si trasformano realisticamente sotto i nostri occhi, palesando la vera natura che si cela sotto mentite spoglie e rivelando quella che è la quintessenza del pensiero pirandelliano.

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Il Gruppo ViviRoma fondato da Massimo Marino nel 1988, nasce come giornale murale per ampliarsi nel tempo in un magazine, TV e WEB.

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