“Miseria bella”

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Teatro degli Audaci

Di Peppino De Filippo
Con Francesco Procopio (Edoardo), Enzo Casertano (Vittorio), Giuseppe Cantore, Loredana Piedimonte (Giulia) e Geremia Longobardo (Alfredo).
Regia Roberto D’Alessandro

Questa è la storia di due fratelli senza un soldo, che dormono nello stesso letto, in una casa di cui non riescono nemmeno a pagare l’affitto talmente malconcia che ci piove dentro. Si spacciano per grandi artisti, ma evidentemente non lo sono.

La commedia vuole far sorridere sulle sventure dei due poveracci e ironizzare sulla miseria. Edoardo, marpione e scaltro, vive alla giornata, cerca di appioppare come fidanzato suo fratello Vittorio, un bonaccione depresso tradito dalla moglie, dal carattere sottomesso e sospettato di portare jella, al portiere Pasquale, particolarmente attratto dall’uomo, proprietario dell’appartamento dove vivono. I due sono sfortunati, sì, ma anche degli scansafatiche.

Giulia è una loro conoscenza; ha perso il lavoro ed è stata sfrattata. Edoardo, visto che la donna è piuttosto piacente, la vorrebbe ospitare, ma non ha fatto i conti con un grande problema che affligge la donna: una forte, pestilenziale alitosi. Molta ironia della commedia, oltre che sulla povertà e i miseri espedienti dei due per sopravvivere, si basa sul difetto della donna e sulla sospetta iettatura di Vittorio.

Alla fine del primo atto subentra un nuovo personaggio, un produttore (Alfredo) che rimane subito ammaliato dalla voce e dall’incantevole Giulia e propone al gruppo di sventurati, sotto un lauto compenso, di produrre un musical per lui. Esilarante il momento della consegna del consistente anticipo. Le magnifiche doti espresse con la gestualità e le espressività oltremodo dimostrate finora, permettono ai nostri di raggiungere il loro apice in questa scena. Riescono a farci sbellicare senza pronunciare neanche una parola.

La storia, dopo questa inaspettata occasione, prende tutta un’altra strada: la fortuna sembra cominci a girare per questi sventurati… ma ancora non è finita! Da qui in poi altre situazioni esilaranti divertiranno il pubblico.

Un lavoro che porta al Teatro degli Audaci il forte sapore partenopeo della commedia miscelata al dramma. Anche se la vicenda si svolge a Milano dove i due si sono trasferiti in cerca di fortuna, qui trovano tutti conterranei, così i dialoghi tra i personaggi avvengono prettamente in dialetto napoletano, ma anche con rapide riuscite incursioni in milanese, che poi sono un tentativo dei nostri di adattarsi alla nuova situazione. Questa scelta linguistica, con i cambi dialettali in cui gli attori si rivelano bravissimi e assolutamente realistici, concorre a conferire comicità alle scene.

La commedia si colloca in quello che viene definito “teatro d’esecuzione”, studiata per essere efficace e riuscire solo attraverso l’interpretazione di bravi attori, in grado di portarla in scena attraverso dei riusciti e veloci tempi comici e attraverso gestualità plateali, con ritmi incalzanti e, non ultimo, grazie ad un grande affiatamento. Tutti ingredienti che qui non mancano davvero! Loro sono travolgenti, premono sull’acceleratore rendendo la commedia esuberante, inarrestabile, senza mai perdere di vista quel suo retrogusto amaro di cui è impregnata.

Gag continue si svolgono in questo misero e fatiscente seminterrato ben ricostruito dalla scenografia. All’inizio del primo atto li troviamo condividere un letto e, appena si svegliano, cominciano immediatamente a punzecchiarsi tra loro attraverso dialoghi sarcastici e pungenti, dando vita ad un bisticcio continuo senza mai annoiare; anzi, trasportano ed impelagano sempre di più lo spettatore dentro la storia, facendolo affezionare ai personaggi.

Loro sono fantastici, battute continue a profusione di chiara scuola partenopea in cui si legge la penna di Peppino, che aleggia come musa ispiratrice dei nostri nella sala. Il riadattamento e la regia funzionano grazie anche a questi attori esplosivi in cui scorre il caldo sangue del sud.

Non mancano le piccole improvvisazioni, e neppure il canto. Questi artisti, infatti, insceneranno un musical piuttosto raffazzonato e molto divertente che presenteranno al singolare e buffo produttore estasiato dalla dimostrazione. In questa scena canteranno, dimostrando di avere anche delle doti canore. La storia, poi, avrà un finale inaspettato e divertente.

La sceneggiatura è stata riadattata per essere al passo con i tempi ed attinge a due classici della commedia napoletana: “Miseria bella” e in parte da “Don Raffaele e il trombone”.

Difficile consegnare lo scettro del migliore della serata. Francesco ed Enzo sono quelli che rimangono di più in scena e su cui si basa gran parte della storia; subito si aggrega Giuseppe, dando vita ad un trittico magistrale. Loro sono le colonne portanti dello spettacolo. Loredana e Geremia, che subentreranno in un secondo tempo, contribuiranno a dare il colpo di grazia allo spettatore in un divertentissimo crescendo che porterà ad un inaspettato epilogo.

Da vedere!

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