Il laghetto di via Portonaccio a Roma

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Tra la fine di via Portonaccio e un tratto di via Prenestina in quella che era la zona della vecchia fabbrica Cisa Viscosa, c’è oggi tra gli scheletri della fabbrica abbandonata un lago, si avete capito bene un lago!

Proprio a ridosso della Stazione Prenestina e di Casal Bertone.
In quella che era la vecchia fabbrica in cui veniva prodotta la seta artificiale o rayon, che fu aperta nel 1920 e in cui vi lavoravano più di 2500 persone.

Era collegata direttamente con lo Scalo Prenestino da un binario utilizzato sia per far arrivare le materie prime come la cellulosa, che per far partire il prodotto finito.

Sulla collina da cui oggi si accede da via Prenestina (girando a destra dopo aver percorso via Portonaccio verso il centro sempre sul lato destro della via consolare), c’è un altra parte del complesso tra cui un edificio che ospita l’archivio museo in cui vengono conservate almeno 10.000 schede dei lavoratori impiegati nella fabbrica e di cui si conoscono vari aneddoti.

Grazie alle memorie conservate, sappiamo che gli operai dovevano cambiare almeno una volta al mese gli zoccoli, che a causa del solfuro di carbonio utilizzato per la lavorazione si corrodevano.
Allo stesso tempo la sostanza dava allucinazioni, disturbi psichici, oltre che problemi agli arti superiori e inferiori.

Alcuni di questi operai venivano ricoverati in quello che era il manicomio di Santa Maria della Pietà a Roma, che continuando ad avere allucinazioni erano ritenuti pazzi.

Questo almeno fino a quando si disintossicavano spontaneamente dal ‘solfocarbonismo’.

Ritornando finalmente al lavoro dopo la degenza, scoprivano di essere stati licenziati a causa della loro malattia.

Negli anni 90 il terreno fu venduto alla società immobiliare Snia per essere trasformato in un centro commerciale.

Si scoprì poi che all’interno degli uffici comunali i documenti e le mappe del sito erano stati falsificati affinché questo progetto potesse essere realizzato.

Scoperto il sotterfugio ne seguì uno scandalo.

Intanto nel 1992 durante la realizzazione del centro mentre si scavava tre piani sotto il livello stradale per costruire dei parcheggi, venne accidentalmente intercettata la falda acquifera sottostante di acqua minerale (da cui prende il nome via dell’ Acqua Bullicante che comincia proprio da largo Preneste).

L’acqua cominciò ad uscire copiosamente e il costruttore cercò con delle idrovore di smaltire queste acque nell’impianto fognario.
Ma il livello del lago non scendeva, durante un forte temporale l’impianto fognario portato al limite collassò allagando tutta la zona di largo Preneste.

Ovviamente il cantiere venne bloccato, nonostante tutto sotto la giunta Alemanno si cercò nuovamente di costruire sull’area ben 4 grattacieli di circa 30 piani e di prosciugare e intombare il lago.
Ma la natura non fu d’accordo, l’acqua rimase sempre allo stesso livello, inoltre la gente del quartiere insorse più volte contro questi abusi.

Una canzone scritta dagli Assalti frontali e da Il Muro del Canto ne racconta la storia ,con tanto di video musicale, seguito da un concerto tenuto nel Parco delle energie ( quello sopra la collina con la pineta) nel 2014.

Nello stesso anno vengono stanziati dal Comune di Roma 500.000 euro per la messa in sicurezza del luogo.

Il lago della ex Snia è conosciuto anche come lago Sandro Pertini, o il lago che combatte, o semplicemente il laghetto di Portonaccio.
Il Parco delle energie come già detto, fa parte del complesso, innaugurato nel 1997, quello che oggi ospita l’archivio storico della Viscosa.

La fabbrica nacque nel 1922, voluta dal barone torinese Fassini, ha 14 ettari di estensione, la zona fu scelta proprio perché ricca di acqua nel sottosuolo, fondamentale per la produzione e perché strategicamente vicina alla stazione ferroviaria.

All’interno della pineta vi è anche un rifugio antiaereo tra i migliori conservati della Seconda Guerra Mondiale.

Verso il 1950 comincia la crisi del settore con l’inizio del licenziamento di molti operai, nel 1954 la fabbrica chiude definitivamente, solamente nel 1992 viene venduta al costruttore Pulcini.

Nonostante la frode e il blocco dei lavori, Pulcini continuerà a portare avanti il suo progetto fino al fatidico allagamento della zona per il forte temporale.
Il lago ha vinto.

La collina con la parte sottostante erano collegate da una bellissima scalinata che fu purtroppo sbancata con il rischio inoltre di far franare la collina.

Solo nel 2013 si venne a sapere che la zona era diventata pubblica.
Oggi dalla collina ci si affaccia sul belvedere dove si intravede lo scheletro della costruzione abusiva e il lago.

L’entrata per ammirare il lago è vicino al ponte della ferrovia, su via di Portonaccio, aperto tutti i giorni dalle 8 alle 20, con area giochi e picnic ed affaccio sul lago.

Nel lago sono stati visti numerosi animali tra cui: la volpe, il martin pescatore, il cormorano, il germano reale, la gallinella d’acqua, il picchio rosso, la capinera…

Un vero monumento naturale con 359 specie di piante spontanee, 225 tipiche della campagna romana, 72 specie di volatili, di cui alcune migratorie ospitate dalla tranquillità del luogo.

10.000.metri quadrati di lago profondo da 2 a circa 10 metri.
Posto incantevole da visitare nel cuore della ormai non più periferia di Roma.

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