Il Palazzo Senatorio in Campidoglio a Roma

Pinterest LinkedIn Tumblr +
È la sede del Comune della Capitale già a partire dal 1144. Di fatto è il più antico municipio del mondo perché non ha mai cambiato sede dal suo insediamento

L’edificio è stato costruito tra il XI e il XII secolo sulle rovine di precedenti costruzioni dell’antica Roma:

Il Tabularium, fondato nel 78 a. C. dal console Quinto Lutazio Catulo, edificio che conservava i più importanti atti pubblici della Roma antica incisi su tavole di bronzo (tabulae), da cui deriva il nome, è da considerarsi un vero e proprio Archivio di Stato dell’epoca.

Sempre all’interno del Palazzo Senatorio si trovano i resti del Tempio di Veiove, una divinità infernale di origine italica, probabilmente già nota agli etruschi, qui posta a protezione dell’Asylum.

Ha sicuramente qualcosa in comune con Giove; viene raffigurato con tratti apollinei accompagnato da una capra o rappresentato coperto dalla pelle di questo animale. In una mano tiene raccolti in un fascio dei fulmini, analogamente al supremo dio Giove.

Il tempio fu voluto dal console Lucio Furio Purpurione nel 200 a.C. dopo la vittoriosa battaglia di Cremona contro i Galli Boi. Appaltato nel 196 a.C., venne inaugurato nel 192 a.C. da Quinto Marcio Ralla.

Il luogo era talmente sacro e così rispettato che fu inglobato nella struttura successiva senza essere nemmeno sfiorato. Il suo perimetro, infatti, risulta sempre a qualche decina di centimetri dalle nuove costruzioni, così da rimanere inviolato.

Sempre compresa nella struttura del nuovo palazzo c’è la sala del Carroccio. Qui e’ posta l’iscrizione che ricorda il dono del Carroccio di Milano a Roma, che all’ epoca fu posto su colonne all’interno del Tabularium, per meglio essere esposto, sottratto da Federico II dopo la sconfitta della battaglia di Cortenuova del 1237. Qui veniva conservato e protetto, con il massimo onore, da regole severe.

Chiunque avesse cercato di danneggiarlo o manometterlo sarebbe stato immediatamente condannato a morte.

Venne inviato a Roma dall’imperatore come monito per il papa, che parteggiava per la fazione guelfa. Federico, con questo gesto provocatorio ed intimidatorio, sottolineava il potere e la supremazia imperiale e della fazione ghibellina.

I lavori di restauro ed ammodernamento più importanti si ebbero sotto il pontificato di Paolo III, e furono eseguiti da Michelangelo (1537) per essere poi terminati da Giacomo Della Porta (1593).

Non tutti sanno, come riporta anche una targa esposta sul palazzo delle Assicurazioni Generali di Piazza Venezia, che Michelangelo Buonarroti aveva un’abitazione poco distante da qui, a Macel de’ Corvi, quartiere scomparso dopo la realizzazione di Piazza Venezia (vicino alla Colonna di Traiano).

Fino alla nascita della Capitale d’Italia, l’edificio fu la sede del Senatore di Roma.

Dopo averlo rinforzato e rinnovato, vennero chiusi i tre livelli di arcate che componevano la facciata del 1300 (ancora visibili dall’interno) ed alcune di queste furono trasformate in finestre, ben visibili invece sulla facciata esterna Cinqucentesca.

palazzo senatorioVenne poi aggiunta la doppia scalinata e sotto di essa posta una fontana al cui centro troneggia ancora la statua di Minerva che impersonifica la Dea Roma , mentre ai lati furono poste altre due grandi statue: una raffigurante il Nilo, l’altra il Tevere in forma di Divinità Fluviali, databili al II sec. d.C. e provenienti dalle Terme di Costantino al Quirinale.

La piazza, in origine sterrata, su cui si teneva il vecchio mercato di Roma, venne pavimentata ed il mercato fu trasferito a piazza Navona verso la fine del 1400.

Il particolare disegno geometrico della piazza, opera di Michelangelo, si può vedere nella sua interezza dalla parte alta della scalinata o dalle finestre degli edifici che la circondano.

Sulla sommità dell’edificio si vede la torre campanaria detta “della Patarina”, costruita tra il 1578 e il 1582 su progetto di Martino Longhi il vecchio, eretta per sostituire la precedente torre medievale alta 35 metri e distrutta da un fulmine intorno alla metà del ‘500.

Il nome “Patarina” deriva dal nome con cui fu ribattezzata la campana, bottino di guerra del 1200 proveniente da Viterbo.

La città prestò infatti rifugio ai Patari, un movimento considerato eretico dalla Chiesa romana e dunque attaccata e saccheggiata da Roma.

La lupa, esposta sulla colonna ai piedi delle scale dell’accesso odierno al palazzo, è una copia. I gemelli che allattano furono aggiunti solo in seguito, intorno alla fine del XV secolo.

Fino a quel momento il simbolo di Roma era stato rappresentato da un leone la cui statua, oggi conservata nei Musei Capitolini, si trovava alla base dell’ antica scalinata trecentesca.

In seguito venne sostituita dalla leggendaria lupa, ma essendo di origine e fattura etrusca, vennero aggiunti i leggendari gemelli Romolo e Remo, simbolo della città.

Le Aule.

L’ aula Giulio Cesare è la sede dell’ Assemblea Capitolina, che vi si tiene due volte la settimana ed è arricchita dalle bandiere che rappresentano i ventidue rioni storici di Roma. Sulle pareti sono incastonate le effigi (scudi araldici) delle famiglie dei senatori che si sono susseguite al governo di Roma durante il medioevo, precedentemente esposte sulla facciata esterna.

Tra questi spiccano degli scudi che riportano l’acronimo S.P.Q.R., già usato nel 1298/99 come comprovano i resti esposti.

Una grande statua di Cesare di età traianea di oltre tre metri, sovrasta l’aula e gli scranni lignei dei consiglieri Capitolini.

Sul lato opposto della sala, invece, si trova la statua di un Navarca romano. Al centro della sala è stato posto nel 1930 un bel mosaico di età domizianea ritrovato in una villa antica nei pressi di Casal Morena.

Sala dell’Arazzo

È una delle sale di rappresentanza del palazzo e prende nome dall’ arazzo fiammingo databile nella seconda metà del XVI secolo che raffigura, a destra in piedi, l’imperatore Carlo V; vicino a sé, a cavallo, ci sono papa Paolo III ed un altro personaggio.

Sulla sinistra sono rappresentati Virgilio e Marco Aurelio, figure che rappresentano la città. Ai lati della sala si conservano i busti di Mazzini, Armellini e Saffi, protagonisti della Repubblica Romana del 1848/49.

Sala della Bandiere

Nella sala, attorno ad un enorme e storico tavolo in noce, risalente al 1842, si riunisce la Giunta Capitolina. Su di esso furono istituiti: il primo Consiglio Comunale nella storia di Roma, la Costituzione della Repubblica Romana ed i Trattati di Roma.

Tutto intorno nelle teche disposte sulle pareti si conservano svariate bandiere, tra cui quelle della guardia civica voluta da Pio IX nel 1847, quelle dei 14 rioni più antichi, quella dei Giochi Olimpici del 1960, il gonfalone di Roma e il tricolore issato sulla prima nave militare con il nome di Roma, con il quale fu avvolto il feretro di re Umberto I di Savoia.

La decorazione del soffitto, come anche in altri ambienti, conserva i simboli del Regime Fascista, che, nel periodo tra il 1924 e il 1932, si rese artefice di importanti lavori di restauro e di modifica all’interno del Palazzo.

Sale della Protomoteca

Queste sono le sale dove si trova esposta la preziosa collezione di busti capitolina, detta appunto “protomoteca”.

La prima sala, dotata di un particolare effetto acustico, è abitualmente adibita allo svolgimento delle conferenze stampa e conferenze di servizio dell’ Amministrazione Capitolina.

Durante l’amministrazione Raggi la sala è stata dedicata all’ enciclica “Laudato sì” di Papa Francesco. Lungo tutto il perimetro campeggiano i numerosi busti di personaggi celebri, tra cui due realizzati da Antonio Canova.

La seconda sala, più grande della precedente, ha una notevolissima poliedricità di utilizzo, dalle grandi conferenze, ad eventi di vario genere, fino alle camere ardenti di celebri personaggi romani.

Studio del sindaco

È sito nella torre di Niccolò V (1451), è formato da due stanze contigue. La prima ospita lo studio, mentre la seconda è adibita a riunioni. Le stanze, arricchite da dipinti e da una statua di età Romana, si affacciano sul celebre balconcino della torre.

Non è molto facile partecipare a questa visita gratuita, che si svolge generalmente una volta al mese.

Bisogna prenotarsi presso la segreteria dell’ On. Fabrizio Santori, membro dell’ Assemblea Capitolina, al numero telefonico 06671077002 oppure inviando una email a fabrizio.santori@comune.roma.it inserendo nell’oggetto “VISITA CAMPIDOGLIO” e, nella data prevista, si viene accompagnati da un esperto della Polizia di Roma capitale, l’istruttore Filippo Bressan della Sezione Arce Capitolina, appassionato di storia e del luogo e particolarmente preparato in materia, che rende la visita, di circa due ore, interessante e particolarmente piacevole.

Alla fine della gradevole passeggiata, prima di riscendere nella piazza, se le condizioni meteo lo consentono, ai visitatori è riservata una sorpresa: l’affaccio dalla grande terrazza del palazzo, dalla quale si gode di una vista mozzafiato sul panorama di tutta la città e sul foro romano davvero unica.

Scrivi a: redazione@viviroma.tv
Share.

Leave A Reply

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

WP Twitter Auto Publish Powered By : XYZScripts.com