L’oratorio di Santa Barbara al Celio

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Anche questa è una chiesa di Roma, si trova nel rione Celio, in piazza di San Gregorio.

L’oratorio viene identificato come “triclinium pauperum”, ovvero la mensa dei poveri. In questo luogo Santa Silvia ed il figlio papa Gregorio si preoccupavano di distribuire da mangiare ai poveri.

La costruzione risale al XII-XIII secolo, la sua attuale forma è la conseguenza dei vari rifacimenti fatti eseguire dal cardinale Cesare Baronio tra il 1602 ed il 1603.

Fino al 1870, la tradizione voleva che il giovedì Santo, proprio il papa servisse da mangiare in questo oratorio a 13 poveri.

Santa Barbara è il primo dei tre oratori del Celio, quello posto sulla sinistra. Papa Leone XII nel 1828 concesse questo e gli altri due oratori al capitolo di Santa Maria Maggiore, a cui ancora oggi competono.

L’edificio è costruito su preesistenti strutture di epoca romana del II e del III secolo, ben visibili dal clivo di Scauro.

L’interno dell’oratorio è a pianta rettangolare e ha una parete absidata sul fondo.

In questa abside, o nicchia, è posta una statua di san Gregorio Magno benedicente, realizzata da Nicolas Cordier nel 1602.

Per realizzarla Cordier utilizzò un blocco di marmo acquistato dal nipote di Michelangelo, sul quale l’ artista aveva già abbozzato un lavoro non portato a termine.
Al centro dell’aula troviamo una lastra di marmo di epoca romana del III secolo; questa poggia su dei sostegni marmorei elegantemente decorati con grifoni e palme.

Secondo la tradizione proprio su questa lastra i santi Silvia e Gregorio distribuivano il pane ai poveri.
Secondo una leggenda invece, un giorno, mentre veniva distribuito il pasto, tra i dodici poveri si sedette un angelo. Per ricordare questo fatto, nella metà del XV secolo sulla lastra venne incisa una frase commemorativa in latino: “Bis senos hic Gregorius pascebat egentes / angelus et decimus tertius accubuit”. Ovvero qui San Gregorio nutriva i poveri / e un angelo sedette come tredicesimo.

Le pareti dell’oratorio sono affrescate con un ciclo pittorico che ritrae undici momenti particolarmente importanti della vita di San Gregorio Magno.

Tutti gli affreschi furono eseguiti da Antonio Viviani tra il 1603 ed il 1604 e sono:
La carità di San Gregorio, La sua elezione ad abate del monastero, L’apparizione dell’angelo alla mensa dei poveri, Gregorio nell’atto di scrivere, Santa Barbara, San Nereo, Sant’Achilleo, Santa Flavia Domitilla, Invio di Agostino ad evangelizzare gli anglosassoni, I monaci al cospetto di re Etelberto e la Visione della vergine Maria.

Questo oratorio è quello posto più a sinistra, risulta quello più buio dei tre e più difficilmente si interpretano i dipinti, nonostante tutto è particolarmente suggestivo.
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