A dodici anni dalla morte di Piergiorgio Welby – l’Associazione Luca Coscioni ha ricordato il “pioniere” delle battaglie sul fine vita con una camminata che dalla sede della Corte Costituzionale è arrivata a Montecitorio, rappresentando simbolicamente il percorso dell’invito rivolto dalla Consulta al Parlamento, chiamato a colmare entro il 24 settembre 2019 il vuoto di tutele sul tema dell’eutanasia e del suicidio assistito.
Oltre ai familiari delle persone che in questi anni hanno lottato per i propri diritti sul fine vita, la manifestazione ha visto la partecipazione di tre deputati: Riccardo Magi (Più Europa), Doriana Sarli (M5S) e Gilda Sportiello (M5S).
“Già due mesi sono stati persi senza che il Parlamento abbia calendarizzato nemmeno una discussione sulla risposta da dare alla Corte Costituzionale – dichiara Marco Cappato, tesoriere Associazione Luca Coscioni -. I presidenti Fico e Casellati hanno l’occasione di richiamare i Parlamentari alla propria responsabilità. Nel frattempo, noi non restiamo fermi. Altre persone ci hanno contattato, da marzo 2015 a oggi sono già 641 le persone che abbiamo aiutato: continuiamo con la disobbedienza civile”.
In Parlamento giace da cinque anni una proposta di legge di iniziativa popolare, “Eutanasia legale”, promossa da Associazione Luca Coscioni. Non è mai stata discussa nemmeno un minuto.
Mina Welby, moglie di Piergiorgio e co-presidente Associazione Luca Coscioni “12 anni fa mio marito otteneva il distacco del suo respiratore artificiale dopo una lunga battaglia politica e personale che riuscì a coinvolgere i Radicali prima e il presidente Napolitano poi. Grazie soprattutto al caso giudiziario che nacque nei confronti del Dott. Mario Riccio, il medico anestesista che lo aiutò e che tutt’ora è al nostro fianco, quello fu il primo passo per il riconoscimento dei diritti di ogni persona sulla propria vita e quindi sul proprio fine vita. Oggi il Parlamento resta muto di fronte a quella richiesta di Piero che poi, in questi anni, è diventata la richiesta di Gilberto, Damiana, Dominique, Piera, Dj Fabo, Davide e tanti altri. Ai parlamentari chiedo di farsi vivi da subito, aderendo all’intergruppo parlamentare sulle scelte di fine vita. Io da “Mina vagante” continuerò la mia missione di sensibilizzazione in ogni città, quartiere e paese italiano”.
Welby, malato di distrofia muscolare e all’epoca co-presidente dell’ALC, nel 2006 trasmise al Presidente della Repubblica Napolitano la richiesta di eutanasia. Dopo mesi di coinvolgimento del mondo scientifico e giuridico, Welby ottenne legalmente ciò che inizialmente gli era stato negato: l’aiuto di un medico, il Dott. Mario Riccio, anestesista, per distaccare, senza soffrire, il respiratore. Il caso fece maturare nel Paese il consenso alla libertà delle scelte di fine-vita e rappresentò un precedente giudiziario fondamentale per il diritto all’interruzione delle terapie.
Dopo Welby infatti nel corso di lunghi anni e di sofferte battaglie, sono arrivati nuovi importanti traguardi in tema di fine vita, fino alle disposizioni della Consulta.
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